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[Recensione] Monzon, il professionista della violenza di Riccardo Romani e Dario Torromeo

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Titolo: Monzon, il professionista della violenza
Autori: Riccardo Romani e Dario Torromeo
Editore: Absolutely Free
ISBN: 9788897057666
Numero pagine: 296
Prezzo: € 16,00
Voto:

Trama:
Carlos Monzon, secondo nella storia dei pesi medi solo a Ray Sugar Robinson, è stato un campione straordinario. Forte, spietato, addirittura cattivo. Ha messo ko il mito di Nino Benvenuti, ha sconfitto Valdez, Griffith, Briscoe, Napoles, Bouttier. È stato campione del mondo dal 1970 al 1977, quando si è ritirato. Ha boxato per Alain Delon, ha vissuto una veloce passione per Ursula Andress, è stato insidiato da Helmut Berger. Ha amato donne meravigliose. Ha sempre vissuto al massimo della velocità. Fino a quando è stato ritenuto colpevole di omicidio. Questo libro racconta la storia dei match più importanti, gli anni della giovinezza, quelli della maturità. Le difficoltà, la ricchezza, gli amori, la violenza. Ma narra anche di una misteriosa fidanzata, personaggio fondamentale nella realizzazione dell’intervista con Carlos nel carcere di Santa Fe. In queste pagine troverete l’Argentina di quegli anni, incontrerete il campione, leggerete il suo senso della vita e le parole d’amore per l’Italia. E scoprirete un finale segnato da un colpo di scena. Imprevisto e imprevedibile. Come lo è stata tutta l’esistenza di un uomo governato dalla furia lungo il cammino di una vita maledetta.

Recensione:
Da non amante del genere, ho iniziato guardando con sospetto il volume che avevo tra le mani.
Da aspirante grafico e tipografo, avrei avuto parecchio da ridire sulla scelta della carta, della rilegatura e del carattere.
Perciò, quando l’ho aperto alla prima pagina, ero pronto ad aspettarmi un autentico mattone che, data la sua mole, mi avrebbe accompagnato per parecchie ore.
Certo, si tratta di una biografia di un personaggio per il quale non ho mai avuto il minimo interesse: alla fine dei suoi anni di gloria io avevo ancora dieci anni davanti prima di nascere, quindi senz’altro ha contribuito anche questo; ma forse proprio in quest’ottica assolutamente imparziale sono riuscito a non farmi condizionare da alcun fattore esterno o personale.
La ricerca su Monzon è straordinariamente accurata, sia dal punto di vista storiografico che da quello psicologico. In alcuni capitoli può apparire un po’ troppo tedioso, almeno per un profano, per l’accuratezza cronologica e le continue divagazioni su date e personaggi, ma non metto in dubbio il fatto che un appassionato possa trovare un’autentica miniera in questo libro. Il tutto è comunque inframmezzato da moltissimi aneddoti, che danno all’intera opera i toni di un romanzo.
Quello che però ha fatto calare il giudizio, al di là dei gusti personali, riguarda l’editing. Gli errori di battitura sono parecchi e frequenti, si va dalla semplice svista di un “otttobre” a intere frasi in cui la punteggiatura è completamente sovvertita; i dialoghi in lingue straniere non sempre sono tradotti, quindi l’impressione generale è di scarsa cura dell’aspetto visivo e linguistico.
Mettendo per un momento da parte tutti i punti deboli del libro, è evidente l’enorme lavoro che c’è dietro un’opera di questo tipo. Dalla scelta delle fonti alla loro organizzazione, l’impegno e la passione che hanno portato a quasi trecento pagine su Carlos Monzon sono evidenti; e anche chi dovesse avvicinarsi alla lettura più per curiosità che per interesse documentaristico troverebbe senz’altro qualcosa di interessante.


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